Sono nato nel centro di Bologna e sono legato moltissimo alla mia città. Sono stato educato ai valori cristiani, ma anche ai profondi valori laici: la libertà, l’amore, la solidarietà, la giustizia, l’impegno sociale.
Per raccontare di me inizio parlando delle mie origini, la mia famiglia.
Ho avuto due genitori molto positivi e sono cresciuto insieme ai miei due fratelli gemelli Alberto e Antonella.
Come si dice a Bologna ho iniziato subito a fare la “gavetta” (dei sacrifici), dai sei anni sono stato molto autonomo su tutto, aiutavo in casa ed andavo al mattino presto a fare la spesa; questo, grazie all’educazione libera, ma anche fatta di regole e sacrifici insegnata da mio padre.
Ho “assorbito” la cultura di mio nonno Pietro repubblicano-antifascista, del nonno Antonio anarchico-socialista e quella delle nonne Ernesta e Maria, cattoliche coerenti impegnate nel sociale.
Un mix incredibile che mi ha molto influenzato e stimolato.
Il mio percorso scolastico è stato accompagnato da grandi maestri e fin dai sedici anni ho iniziato a cimentarmi in lavoretti estivi per guadagnarmi l’autonomia ed appena diplomato ho vinto il concorso alla Cassa di Risparmio in Bologna.
Dopo le scuole superiori ho scelto di studiare per due anni giurisprudenza, per poi laurearmi in Scienze Politiche a pieni voti con una tesi pubblicata sulla CISL, grazie all’aiuto del mio maestro Giovanni Bersani e proprio in questi anni ho avuto la fortuna di avere grandi professori come Ardigò, Ruffilli, Pasquino, Panebianco e Alberigo.
Contemporaneamente in me sono cresciute passioni ed entusiasmi: il calcio tifando la squadra di Bologna, dove iniziai a giocare, il basket, lo sport guardato e praticato, il cinema, la politica, il teatro, la musica e soprattutto i viaggi alla scoperta del mondo e delle culture.
La cultura del viaggio si è sviluppata negli anni, ma già in giovinezza mio padre mi aveva educato a viaggiare; ad undici anni infatti, sono stato ai Campionati Mondiali di calcio in Inghilterra dove riuscii a tirare un rigore al mitico portiere russo Yashin e passai giorni con Rivera, Riva, Bulgarelli.
Da quell’esperienza in poi non ho più smesso di visitare paesi ed incontrare persone in tutto il mondo e, ovviamente, di amare il calcio.
Ricordo ancora con tanto amore l’anno 1964 quando iniziai ad andare allo stadio e vidi vincere lo scudetto al Bologna.
La svolta della mia vita è avvenuta nel 1980, quando ho incontrato Paola, che è mia moglie da 38 anni e con la quale ho avuto i due grandi amori della nostra vita, i nostri figli, Francesco nel 1982 e Luca nel 1996.
Negli anni ed ancora oggi, abbiamo condiviso nell’amore gioie e dolori, passioni, esperienze.
ROBERTO BENIGNI COME ISPIRAZIONE